Benedetto XVI segue il Cristo che si spoglia di tutto,
anche del proprio Io.
All’annuncio
della rinuncia di Benedetto XVI all’ufficio di Pietro ho provato sentimenti
simili a quando Giovanni Paolo II, dopo aver pronunciato le parole “lasciatemi
andare”, è partito per il Cielo.
Incredulità e
difficoltà a capire. Si è affacciata persino la tentazione di interpretare la
resistenza di Giovanni Paolo II sulla croce in contrasto con un presunto
abbandono di Benedetto XVI. Poi, una parola, mi ha aiutato: «Non accumulate per
voi tesori sulla terra, dove tarma e ruggine consumano e dove ladri scassinano
e rubano; accumulate invece per voi tesori in cielo, dove né tarma né ruggine
consumano e dove ladri non scassinano e non rubano. Perché, dov'è il tuo
tesoro, là sarà anche il tuo cuore». (Mt 6,19-21). Certamente il cuore e il
tesoro di Benedetto XVI sono con Cristo. Sia lui che Giovanni Paolo II ci hanno
mostrato e ci mostrano lo stesso tesoro. Poi anche il commento alla stampa di
Radio Maria, con gli articoli commentati da padre Livio mi anno rinforzato
nella comprensione di questo gesto.