«Messieurs, l'ultima parola di questa
storia è il perdono generale. Sono un vecchio che ha finito di vivere, dichiaro
solennemente che lo spirito della vita soffia come prima e che la forza vitale
non si è disseccata nella giovane generazione.
L'entusiasmo della gioventù contemporanea è puro e lumino- so come quello dei nostri tempi. E accaduta
soltanto una cosa: un cambiamento degli scopi, la sostituzione di una bellezza con
un’altra! Tutto l'equivoco sta nel capire che cosa sia più bello: Shakespeare o
un paio di stivali, Raffaello o il petrolio.» … «Ma io dichiaro» gridò Stepan Trofimovic
all'ultimo stadio del furore, «ma io dichiaro che Shakespeare e Raffaello
stanno al di sopra della liberazione dei servi della gleba, al di sopra della
nazionalità, al di sopra del socialismo, al di sopra della giovane generazione,
al di sopra della chimica, quasi al di sopra dell’umanità intera, poiché sono
già un frutto, il vero frutto di tutta l'umanità e forse il più alto frutto che
mai possa esistere! È già stata
raggiunta una forma di bellezza, senza il raggiungimento della quale io non
accetterei più di vivere ... Oh, Dio!» batté le mani, «dieci anni fa
gridavo proprio così a Pietroburgo da un palco, proprio la stessa cosa e con le
stesse parole, e proprio così come ora, non capivano nulla, ridevano e fischiavano;
uomini meschini, che cosa vi manca per capire!
Ma lo sapete voi, lo sapete voi che senza gli inglesi l’umanità può ancora
vivere, può vivere senza la Germania, può vivere fin troppo facilmente senza
gli uomini russi, può vivere senza la scienza, può vivere senza pane, ma soltanto senza la bellezza non potrebbe più
vivere perché non ci sarebbe più niente da fare al mondo! Tutto il segreto
è qui, tutta la storia è qui. La scienza
stessa non resisterebbe un minuto senza la bellezza, lo sapete voi questo, voi
che ridete? Si trasformerebbe in volgarità, non inventereste nemmeno un chiodo!
... »
F. M. Dostoevski, I demoni
"È
vero, principe, che una volta avete detto che il mondo sarà salvato dalla
bellezza?"
F. M.
Dostoevski, L'Idiota